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Ore sei del mattino, sole già incattivito, si prospetta da qui a poco un caldo da fondere i pensieri. Il torrente che mi aspetta sembra l'unica promessa di salvezza. I classici waders pesanti e ingombranti come una muta da palombaro li ho lasciati a casa. Oggi l'outfit è quello della svolta: via tutto, dentro scarponi tecnici da wet wading, pantaloncini a rapida asciugatura, calzari in neoprene sottile e niente più attrezzature stile astronauta.
Appena il piede tocca l'acqua fresca sento una sensazione illegale di libertà e leggerezza. Incredibile scoprire di avere gambe più agili, movimenti naturali, equilibrio migliorato e un comfort che non ricordavo più. Mi muovo con facilità, dimenticando l'affaticamento e gli impacci tipici dei waders. E già mi chiedo perché ho aspettato tanto per fare questa scelta furba, semplice e fresca.
La canna da spinfly si prepara a lavorare con agilità, e io, finalmente libero e leggero, penso già alla trota da foto.
Diciamolo subito: se pensavi di cavartela entrando in acqua con vecchie scarpe da ginnastica, cambia idea prima di ritrovarti a gambe all’aria come un dilettante. La scelta fondamentale per il wet wading è proprio nelle scarpe tecniche, leggere ma resistenti, progettate per aderire come ventose alle rocce bagnate del torrente.
Il risultato? Ti muovi rapido e sicuro, con tutta l’agilità che serve per lo spinfly. Più stabilità uguale meno fatica, più tempo in pesca, meno incidenti tragicomici.
Forse non ci crederai, ma i calzari giusti contano più delle esche...va beh non esageriamo. Per il wet wading servono calzari in neoprene appositi, più sottili e aderenti di quelli che usano i sommozzatori per esplorare il relitto del Titanic. Questi calzari ti danno il giusto isolamento senza compromettere sensibilità e comfort.
Ma c'è un altro nemico da battere in torrente: i fastidiosissimi sassolini che, puntualmente, si infilano tra calzare e scarpa, facendoti ballare il tip tap a tua insaputa. Per evitarli, esistono pratiche ghettine in neoprene con aggancio diretto alle scarpe da wading, una soluzione geniale per tenere fuori ghiaia, sabbia e sassi.
Risultato finale? Comfort estremo, zero abrasioni e movimenti naturali senza interruzioni per svuotare continuamente le scarpe. Una rivoluzione vera.
Diciamolo subito: i pantaloni lunghi lasciamoli a Indiana Jones... almeno quando il torrente lo permette! È vero che il wet wading è sinonimo di pantaloncini corti, freschi, leggeri e velocissimi ad asciugare, ma c’è un piccolo problema geografico: non siamo in Nuova Zelanda e nemmeno in un placido chalk stream inglese con prati curati e sentieri liberi.
Qui, tra Alpi e Appennini, la realtà è fatta di vegetazione fitta, rovi usciti da una saga fantasy di Tolkien, ortiche alte quanto un giocatore NBA e, ciliegina sulla torta, zecche in agguato che aspettano di saltarti addosso per complicarti il post pescata.
Quindi sì, il pantaloncino corto è bello, fresco e liberatorio, ma usalo quando il torrente è facilmente accessibile e libero da "sorprese". In alternativa, quando la situazione è più da Vietcong che da passeggiata, scegli un pantalone lungo tecnico a rapida asciugatura, leggero ma resistente, e abbinalo a sopraghette protettive: ti garantiranno libertà di movimento e nessuna seccatura durante la giornata di pesca.
Ora che sei libero dai pesanti waders, avrai sicuramente la tentazione di portarti dietro metà casa infilando tutto in tasche improbabili. Stai calmo, Indy: c’è un metodo più intelligente, pratico e leggero per avere tutto a portata di mano senza sembrare una bancarella ambulante.
La soluzione si chiama cintura tecnica da wet wading: una piccola rivoluzione che rende inutili zaini ingombranti da 30 litri o gilet troppo caldi. Grazie alla cintura puoi tenere a portata di mano il minimo indispensabile, come il guadino, il porta-borraccia per non morire di sete dopo mezz'ora, e la custodia porta-esche per evitare che i tuoi artificiali preferiti facciano il bagno senza di te.
E se vuoi un consiglio davvero utile (che in pochi ti daranno), porta sempre con te un bastone da wading ripiegabile: spesso trascurato, ma utilissimo anche se sei alle prime armi. Ti salverà da scivoloni imbarazzanti e ti farà sentire più sicuro anche nei tratti più impegnativi del torrente.
Insomma, wet wading sì, ma senza diventare un avventuriero del Borneo di fine '800. La pesca è divertimento, non un survival show!
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