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Il Rotante In-Line: un’esca “straniera” dal cuore Europeo — e un’anima Italiana
Martin: il cucchiaino rotante che ha fatto la storia della pesca
Il primo pesce che ho preso a spinning non l’ho visto. L’ho sentito in canna. Prima ancora di capire cosa stava succedendo.
Era un luccio. Un attacco improvviso, diretto, brutale. La canna — una telescopica in fibra che piegava come un arco — si curvò di colpo.
Il filo spesso, rigorosamente Nylon vibrava come una corda di una chitarra, e il mulinello Cardinal, gelosamente prestato da mio padre per “una pescata sola”, iniziò a cantare come non aveva mai fatto.
In fondo al monofilofilo, un cucchiaino rotante. Paletta lucida, riflessi metallici, di quelli che ipnotizzano te prima ancora del pesce. Avevo undici anni. E non sapevo che quell’esca, che sulla paletta portava un nome straniero — Martin — in realtà fosse legata anche all’Italia.
Ci avrei messo anni a scoprirlo. Ma oggi, ogni volta che monto un cucchiaino e lo lancio in corrente, mi torna in mente quella scena: la botta, la piega della canna, il Cardinal che strilla. E quel cucchiaino che gira come sotto un sortilegio
Un'esca nata da una vita in fuga, ma fatta per fermare l'acqua e catturare predatori
Dietro al nome Martin, così semplice e internazionale, non c’è un marchio industriale né un grande brand finlandese (vi ricorda qualcosa?) o americano.
C’è una storia umana, vera, di fuga, resilienza e creatività. La storia di Stanislao Kuckiewicz, l’uomo che ha inventato il cucchiaino rotante come lo conosciamo oggi.
Kuckiewicz nacque nel 1909 a San Pietroburgo, figlio di polacchi. Durante la Seconda Guerra Mondiale visse l’esilio in Siberia, scappò attraversando l’Asia, e arrivò in Italia.
Paese di Santi, poeti e pescatori; è così che si dice, vero?
Era un ingegnere, ma anche un pescatore appassionato, come noi. E fu proprio qui, in Italia, tra laghi alpini e fiumi di fondovalle, che iniziò a perfezionare un’idea: un artificiale semplice, che girasse sempre, senza bisogno di snodi, perline o cavalierini.
Nacque così quello che il mondo oggi chiama Martin: un nome commercialmente adattato, ma che porta con sé l’intelligenza di un uomo che ha trasformato il metallo in movimento puro.
E se funziona ancora oggi, dopo decenni e migliaia di imitazioni, è perché funziona sempre.
Perché il cucchiaino inline funziona ovunque?
La forza del cucchiaino Martin è nella sua essenzialità:
una paletta sottile che ruota direttamente sull’asse dell’esca stessa, senza snodi esterni, senza bisogno del “cavalierino” per innescare la rotazione.
Appena entra in acqua, gira. Recuperi piano? Gira. Fai una pausa? Continua a vibrare al minimo movimento.
Questo lo rende perfetto per le correntine di un torrente, ma anche micidiale in un lago profondo, recuperato lento sul fondo.
Nessuna torsione del filo, nessuna sorpresa. Solo vibrazione regolare, stabile, riconoscibile.
E i pesci — soprattutto trote, cavedani, persici, e lucci — lo leggono subito.
Alcuni lo vedono come cibo, altri come fastidio in casa propria, un intruso da scacciare.
Sta di fatto che funziona di brutto! Sempre.
Il " Martin": come usarlo al meglio
Il bello del cucchiaino inline è che fa il suo lavoro da solo. Ma se impari a usarlo con consapevolezza, ti dà molto di più.
In torrente, l’in-line è nel suo habitat naturale:
✅ tiene la corrente come pochi altri artificiali, anche quando il flusso è teso o l’acqua spinge forte.
✅ Lo lanci di traverso o controcorrente, lo fai scendere nella buca, e poi recupero lento, sempre in tensione.
✅ Non devi dargli azione, non devi shakerare: fa tutto lui, e lo fa pulito.
✅ La paletta montata sull’asse lo tiene stabile, lo fa girare subito appena lo senti scivolare via.
Anche nei microtorrenti, lavora bene, senza impazzire, senza sbandare, senza mai perdere il suo "giro"
Quando l’acqua è più calma — in un lago, un'ansa, una cava — lo puoi usare in slow rolling, come dicono quelli bravi, sfiorando il fondo con un recupero lento e costante. E con un filo in fluorocarbon fine (0.18–0.20), senti ogni vibrazione della paletta.
E le finiture?
✔️ Argento per le giornate di sole e acque limpide
✔️ Oro quando la luce è bassa o l’acqua ha riflessi caldi
✔️ Gialli, Rossi, Black per dare un messaggio forte in acque torbide o innescare reazioni
Alla fine, il rotante in-line non ha bisogno di fronzoli, ma di chi lo sappia leggere, se lo leggi bene — e lo usi nel posto giusto — difficile che torni a casa senza emozioni.
E nella prossima puntata… il mondo delle palette alla francese
Abbiamo parlato del cucchiaino inline, diretto, semplice, sempre pronto a entrare in pesca.
Ma non è l’unico rotante che ha fatto la storia. C’è un altro tipo di paletta, nata in Francia, che per girare ha bisogno di un piccolo dettaglio in più: il cavalierino. Più complessi, forse, ma altrettanto letali.
Nella seconda parte di questo viaggio, ti porto dentro al meccanismo dei Rotanti con la paletta alla francese: come funzionano, quando usarle, e perché — in certe situazioni — battono tutto il resto.
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